E venne l’attesissimo giorno de L’Angliru, ma gli sfracelli che ci si attendavano non ci sono stati. Joao Almeida generoso all’attacco, con Jonas Vingegaard sempre a ruota fin sul traguardo, dove a prevalere è il portoghese. Vingegaard sempre in roja, con 46″ su Almeida.
Due salite anticipano L’Angliru – La 13esima tappa propone quella che molti (se non per tutti) è la salita più dura al mondo (quantomeno nel mondo del ciclismo). Da Cabezón de la Sal a L’Angliru sono 202,7 km, che richiedono, oltre che eccezionali doti di arrampicatore anche qualità di fondista. Dopo 145 km piuttosto lineari e senza difficoltà, si scaldano i motori con l’Alto La Mozqueta (6,3% all’8,4%) e poi, preambolo della terrificante ascesa finale, si affronta l’Alto del Cordal (5,5 km all’8,8%).
Cronaca – Ben presto si forma la fuga con il solito gruppo numeroso: sono in 24 e tra loro troviamo l’immancabile maglia verde Mads Pedersen che, seppur non è riuscito finora a vincere una tappa, non perde occasione per legittimare la sua leadership nella classifica a punti andando a caccia di punti in ogni dove (segnatamente nei T.V., quando non può arrivare tra i primi all’arrivo). Già sulla prima salita il gruppo di testa ha perso pezzi, Pedersen ha vinto il T.V, e sulla salita dell’Alto del Cordal sono rimasti al comando Jefferson Cepeda, Bob Jungels e baby Vinokourov (figlio di Alexandre), mentre si è staccato Antonio Tiberi, alla vana ricerca di un risultato in questa ennesima prova incolore in un GT. Proprio Nicolas Vinokourov si è imposto nel GPM.
Il mostro – Eccolo L’Angliru, che misura formalmente 12,4 km, con una pendenza media del 9,7%, che non rende del tutto giustizia alla durezza della salita, in quanto c’è una discesa di 500 metri che porta all’arrivo. La salita si può scomporre così: 5 km al 7,5%, una brevissima pianura che immette in un tratto di 6,5 km al 13% (max 23%!). Rimane solo Jungels in testa alla corsa, mentre da dietro, dopo il grande lavoro della UAE, Joao Almeida va decisamente in testa con Vingegaard a ruota. Inizia così il lungo testa a testa tra i due. Con loro rimangono Jai Hindley (tornato a grandi livelli) e Sepp Kuss, fido scudiero della maglia rossa. Ai -5 Jungels viene raggiunto e staccato da Almeida, Vingegaard, Hindley e Kuss. Ma poco dopo, restano davanti solo il lusitano e lo scandinavo.
Forcing di Almeida, Vingo non spreca una pedalata – Si arriva alla fine con sempre Almeida generosamente in testa e Vingegaard a ruota. La volata è appannaggio del capitano della UAE (sesta vittoria del team emiratino in questa Vuelta!). Il portoghese rosicchia, grazie all’abbuono 4″ in classifica. Hindley a 28″, Kuss a 30″, Gall a 52″, l’ottimo Giulio Pellizzari a 1’11”, Pidcock e Riccitello a 1’16”, Ciccone a 2’15”. Nove corridori in poco più di due minuti, francamente non la selezione che si prevedeva.
Sfida Vingegaard-Almeida – Jonas precede in classifica Almeida di 46″, mentre si allontanano tutti gli altri: 3° Pidcock a 2’18”, 4° Hindley a 3’00”, 5° Gall a 3’15”, 6° Pellizzari a 4’01”, 7° Riccitello a 4’33” (avversario di Pellizzari nella lotta alla maglia bianca), 8° Ciccone a 4’54”, 9° l’ex maglia rossa Traen a 5’21”, 10° Kuss a 5’26”.




