È tempo di calare il sipario su una delle carriere più brillanti e complete del ciclismo italiano contemporaneo. Elia Viviani – lo sprinter e pistard veronese che ha saputo imporsi ai massimi livelli sia su strada sia su pista – ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalle competizioni. Un addio non immediato, ma programmato, che vedrà il campione olimpico concludere la sua avventura professionistica con due tappe ricche di significato: la sua ultima corsa su strada sarà il Giro del Veneto, e il definitivo saluto avverrà ai Mondiali su pista a Santiago del Cile.
La scelta e l’omaggio alla terra natia – Viviani – classe 1989 (7 febbraio) – ha scelto di dire basta con la serenità di chi ha raggiunto e superato i suoi obiettivi, in primis l’oro olimpico nell’Omnium a Rio 2016 e il prestigioso ruolo di portabandiera per l’Italia a Tokyo 2020. La decisione di chiudere la sua carriera su strada proprio con il Giro del Veneto non è casuale, ma un sentito omaggio alla sua terra. Il velocista ha infatti espresso il desiderio di salutare le competizioni nel modo più intimo e significativo possibile: correndo davanti ai suoi concittadini, amici e parenti a Verona, dove si concluderà la corsa. Dopo l’ultima partecipazione su strada al Giro del Veneto, in programma il 15 ottobre, Viviani non appenderà subito la bicicletta al chiodo. La chiusura definitiva della sua carriera è prevista con i Campionati del Mondo su pista a Santiago del Cile, dal 22 al 26 ottobre, un’ultima occasione per puntare a una maglia iridata nel suo habitat naturale.
Un palmarès unico: re della pista e vincitore su strada – Viviani lascia un segno indelebile in entrambe le discipline del ciclismo. Su strada, ha collezionato ben novantasette vittorie da professionista, un numero che lo colloca tra i più vincenti italiani del panorama recente. Tra i suoi successi di maggior rilievo si contano otto tappe al Giro d’Italia due al Tour de France. La conquista della Maglia Ciclamino (classifica a punti) al Giro 2018. Il suo cuore pulsante, tuttavia, è sempre stato il velodromo. Oltre all’oro di Rio è un plurimedagliato mondiale ed europeo, un vero e proprio maestro dell’Eliminazione (due ori mondiali consecutivi) e un pilastro della nazionale su pista. Ai recenti Giochi di Parigi 2024 ha aggiunto un argento nella Madison insieme a Simone Consonni, completando di fatto il suo podio olimpico personale.
Anni fantastici – “2010-2025 sono stati 16 anni fantastici, sono volati, ma mi sono divertito e ho raggiunto tutto quello che volevo! – ha scritto il “Profeta” sui propri profili social – Vi annuncio la fine della mia carriera professionistica! Grazie a tutte le persone coinvolte in questi anni!” Il mondo del ciclismo saluta un atleta eccezionale, il cui ritiro segna la fine di un’era per il ciclismo italiano, lasciando però un’eredità di dedizione e successi che saranno da ispirazione per le nuove generazioni.