Quella dell’arrivo a Sestriere resterà una foto iconica per lo sport italiano. Claudio Chiappucci a braccia alzate, in maglia a pois, sul traguardo della 13esima tappa del Tour de France 1992, al termine di una lunga, lunghissima cavalcata solitaria. Anche sua maestà Miguel Indurain dovette inchinarsi di fronte a quella impresa folle e per questo straordinaria.
Solo contro tutti – Quella del 18 luglio è una impresa da scrivere negli annali, con Chiappucci solo contro tutti. Il portacolori della Carrera nell’ascesa finale fende la folla come lama nel burro. La gente, un mare di persone, si apre al suo passaggio. Davanti la scorta della Polizia è costretta a fermarsi per non investire il pubblico, ma lui, Claudio, quel giorno non vuole nessun ostacolo tra se e la storia: supera le moto staffetta, leva una mano dal manubrio e invita con ampi gesti il pubblico ad aprirsi al suo passaggio. Fatte le dovute proporzioni potremmo paragonarlo a un Mosè a pedali. Sul traguardo, dopo oltre 200 km di fuga arriva il trionfo. È l’apoteosi!
Regalo – L’adrenalina di chi ha vissuto quel giorno è ancora in circolo. Quelle immagini resteranno imprese nella mente di chi quella gionata l’ha vissuta sulla strada, ma anche di chi l’ha ammirata in televisione. Nel giorno del suo compleanno (28 febbraio 1963) era giusto regalare a Claudio Chiappucci il ricordo di quella giornata. Nel giorno del suo compleanno era giusto ricordargli quante emozioni ci ha regolato in quella giornata.




