Il recente Tour de France femminile – vinto dalla talentuosa Pauline Ferrand-Prevot (nella foto in alto) – ha acceso i riflettori su un’Italia che, ancora una volta, fatica a brillare come ci si aspetterebbe nel panorama internazionale delle corse a tappe. Se la vittoria della francese ha confermato il suo stato di forma eccezionale, il percorso delle cicliste italiane si è invece contraddistinto per prestazioni deludenti e imprevisti che hanno inciso pesantemente sul risultato complessivo.
Ritiro per Longo Borghini – Tra le principali delusioni di questa edizione, si segnala il ritiro di Elisa Longo Borghini, non partita nella terza tappa. La campionessa italiana, che alla vigilia della gara era considerata una delle favoritissime alla conquista del podio finale, ha dovuto lasciare la competizione a causa di un problema fisico che ne ha compromesso il rendimento. La sua assenza si è fatta sentire, privando l’Italia di una delle sue atlete più esperte e competitive, e ridimensionando le speranze di un possibile piazzamento di rilievo.
Risultati deludenti– Il rendimento delle altre cicliste italiane ha evidenziato alcune criticità. Prestazioni sottotono, difficoltà nelle tappe di montagna e scarsa incisività negli arrivi in volata hanno caratterizzato questa edizione, lasciando l’Italia lontana dai vertici della classifica generale. Il miglior risultato è stato il sesto posto di Rachele Barbieri nella terza tappa. Alla fine la migliore in classifica generale è stata Barbara Malcotti, 18esima a 10’10” da Ferrand-Prevot. È un risultato che, nonostante la tradizione, evidenzia come il livello di competitività delle atlete azzurre – al di là di Longo Borghini – debba ancora fare un passo avanti per tornare a competere ai massimi livelli mondiali nella gare a tappe.
Rinnovamento – Il ciclismo femminile italiano si trova dunque di fronte a una fase di riflessione e rinnovamento. La speranza è che questa esperienza possa servire da insegnamento e stimolo per le future generazioni, affinché possano crescere e confrontarsi con le migliori del mondo. La strada verso il riscatto passa anche per un maggiore investimento nella preparazione, nel talento e nel supporto alle giovani atlete. Il cielo di Francia si è mostrato, in questa edizione, poco azzurro, ma la passione e la volontà delle cicliste italiane sono il punto di partenza per un ritorno alla ribalta in futuro, perchè Elisa Longo Borghini non può essere sempre e per sempre la salvatrice della patria.




