Giulio Pellizzari conquista sull’Alto de Morredero, arrivo della 17esima tappa del Giro di Spagna, il suo primo successo da profesisonista. Il 21enne azzurro è uno dei tanti ciclisti dell’era moderna ad aver compiuto il doppio salto, da juniores a professionista e ciao ciao alla categoria Under 23. Questo accadeva nell’anno 2021, quando in Italia la Federazione aveva messo un vincolo al doppio salto di categoria. Ma siamo in Italia: fatta la legge trovato l’inganno. Come scrive in un post sul proprio profilo social il procuratore di Pellizzari “Siamo andati a fare la residenza in Slovenia per proseguire nei nostri obiettivi“.
Regole – In quanti tra i procuratori italiani hanno rispettato le regole facendosi scappare opportunità importanti? Quanti ciclisti nelle categorie juniores non hanno trovato un procuratore furbetto e lungimirante, ponendo fine anticipatamente ai propri sogni? O, forse, lo fanno tutti! Tutti aggirano le regole, ma quella diretta da Carera è l’agenzia più accorta di tutte e per questo riesce a stanare primi di tutti, meglio di tutti, i futuri campioni. Dunque, diamo a Cesare quel che è di Cesare: la scuderia Carera ha gestito Vincenzo Nibali e adesso, Tadej Pogacar, Jasper Philipsen e Biniam Girmay, solo per fare qualche nome. “Oggi fortunatamente la federazione ha capito e tolto questa stupida regola e gli atleti possono decidere del loro futuro“, scrive sempre Carera. Niente più residentze farlocche e furbate da fuoriclasse, quindi. Regole rispettate e regole aggirate a parte, resta nel ciclismo italiano la consapevolezza di dover curare in maniera capillare tutte quelle che sono le dinamiche legate alle categorie giovanili per fare in modo che sempre più “Pellizzari” riescano a valorizzare il proprio talento.




