Caro Remco “I conti non tornano” tra mille proclami e pochi risultati

Lo aspettavamo al varco. Giorno dopo giorno l’incidente del mese di dicemdre si affievoliva nell’album dei brutti ricordi mentre i proclami di primavera sull’imminente ritorno alle corse – corredati da fulgidi sogni di gloria – avevano creato nel cuore di tutti gli amanti del ciclismo una dolce e perversa attesa, consci del fatto che Remco Evenempoel fosse l’unico atleta che poteva insorgere contro la dittatura dei generali Pogacar e Van der Poel.

Malumori interni – Subito un ritorno con il botto nella Freccia del Brabante, col successo in volata sul compagno di fuga Wout van Aert. Da quel giorno, però, qualcosa si è incrinata e già alla Amstel Gold Race è suonato un preoccupante campanello d’allarme, con la sconfitta nella volata a tre contro Skjelmose e Pogacar. Alla gara olandese sono seguite in rapida successione le opache prestazioni a Freccia Vallone e Liegi Bastogne Liegi. Una chiusura, quella delle gare ardennese, condita anche dai rumors di alcuni malumori all’interno della Soudal Quickstep con Evenepoel rabbuiato agli arrivi in cima al Muro di Huy e Liegi. Le dichiarazioni da guascone successive alla Freccia del Brabante hanno lasciato nel volgere di pochi giorni spazio a musi lunghi e tante delusioni.

Ritrovare il sorriso – Finita la campagna delle classiche ardennesi non c’è riposo per Evenepoel: è il momento di tuffarsi nel debutto stagionale nelle gare a tappe, il Tour de Romandie. La gara svizzera segnerà un altro importante banco di prova per valutare il lavoro fatto nel difficoltoso inverno, condizionato dal lungo infortunio. Evenepoel deve ritrovare vittoria e sorriso.

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