Il pre-gara de Il Lombardia non è stato solo un momento di preparazione tecnica per Damiano Caruso ma anche un’occasione per fare il punto sul suo presente, sul rientro agonistico e sul futuro. Reduce da un infortunio, il ciclista siciliano ha espresso soddisfazione per il suo ritorno in gruppo, definendo la sua dodicesima partecipazione alla “Classica delle foglie morte” come il modo migliore per chiudere una stagione segnata da qualche imprevisto.
Il ritorno e il ruolo di mentore – Nell’intervista rilasciata alla partenza, Caruso ha mostrato grande positività, sottolineando quanto sia importante per lui essere nuovamente in corsa: “Sono rientrato, per fortuna, senza avere problemi, quindi sono contento di essere qui a concludere la stagione in una maniera bella e affascinante“. Ma al di là della 119esima edizione della gara lombarda, l’attenzione di Caruso è rivolta al futuro, e in particolare al suo ruolo di “maestro” all’interno del team. Il ciclista ha infatti firmato il prolungamento del contratto con la Bahrain Victorious fino al 2026, anno in cui è previsto il suo ritiro dalle competizioni. “È un progetto che mi piace, in questi due anni sarò un po’ il maestro dei giovani, il capitano per loro. Per me è un onore e un piacere, perché sono ragazzi che hanno gli occhi per imparare, e io sono felice di poter condividere la mia esperienza con loro“.
Un addio vissuto da professionista – La prospettiva di due anni dedicati non solo alle proprie prestazioni, ma anche alla crescita della prossima generazione di ciclisti, carica di significato l’ultima fase della sua lunga e brillante carriera. Caruso ha le idee chiare su come affrontare l’ultima parte della sua avventura nel World Tour: “Voglio essere professionista fino all’ultimo giorno. Finché correrò, farò le cose fatte per bene“. Un messaggio che trasmette non solo l’impegno verso la squadra, ma anche la grande passione che continua ad animarlo, nonostante l’ormai imminente capitolo finale. Il Lombardia, una delle sue corse preferite, si trasforma così in una tappa importante, un ponte tra una stagione conclusa e un futuro che lo vedrà in una veste inedita, ma altrettanto cruciale, per il ciclismo italiano e la sua squadra.