Pogacar si prende pure l’Europeo

Pogacar insaziabile, si divora anche gli Europei in Drôme e Ardèche, nel Sud-Est della Francia. Come ai Mondiali, medaglia d’argento per un volitivo Remco Evenepoel. Bronzo per il giovane Paul Seixas. L’azzurro Christian Scaroni è quarto.

Pogacar copia Sagan: accoppiata Mondiale-Europeo nello stesso anno – Un’altra dimostrazione di forza, l’ennesima di questa stagione pazzesca (dopo quella mostruosa della scorso anno) di Tadej Pogacar. L’Europeo dopo il Mondiale: 66 km in solitaria a Kigali e 75 sulle strade dell’Ardeche! Non ci sono aggettivi per definire la superiorità schiacciante del campionissimo sloveno, sempre più nella leggenda del ciclismo. Tadej ha acceso la miccia in salita sulla Cote du Val d’Enfer (1.700 metri al 9,3% max 14%), punto topico di questo Campionato Europeo, dopo che il Belgio aveva scremato il gruppo e mandato prematuramente al tappeto un Vingegaard lontano parente del fuoriclasse che siamo abituati ad apprezzare nelle corse a tappe (piccole o grandi che siano).

L’attacco di Pogi – Cosa si può dire ancora di questa decima edizione dei Campionati europei? Poco, molto poco. Inizio contraddistinto da una fuga con dentro l’italiano Marco Frigo. Poi, dopo un ottimo lavoro della Slovenia – intenta a non far prendere troppo vantaggio all’azione iniziale – è il Belgio a prendere in mano le redini della gara. Evenepoel prova ad isolare Pogacar e ci riesce. Intanto, la prima vittima illustre è Jonas Vingegaard, spento, abulico, quasi un pesce fuor d’acqua. Il danese si stacca addirittura lontanissimo dal traguardo, ad oltre 100 km dal termine. Una bocciatura a tutto tondo per il vincitore dell’ultima Vuelta. Nonostante la superiorità numerica del Belgio, presente con ben quattro effettivi e della Francia addirittura con cinque, Pogacar piazza la botta nel tratto in salita a 76 km dall’arrivo e il solo Evenepoel gli rimane in scia. Ma il pluricampione delle prove contro il tempo, deve alzare bandiera bianca prestissimo: Remco si sposta verso destra, uno sguardo dietro e molla la presa. È il manifesto di questo Europeo. Da dietro emergono il nuovo baby talento del ciclismo transalpino Paul Seixas (appena 19 compiuti lo scorso 24 settembre!), Juan Ayuso e una piacevole sorpresa azzurra, Christian Scaroni.

Evenepoel stacca Ayuso, Seixas e Scaroni – Ai -37, Evenepoel, stanco di tirare praticamente sempre e avere al mozzo Seixas, Ayuso e Scaroni, decide di forzare il ritmo e mettersi in modalità cronometro. Il distacco da Pogi è già di 1’20”, ma il belga ci mette il cuore oltre alla sua straordinaria forza. Si avvicina allo sloveno, guadagnando una ventina di secondi, ma Pogi è irraggiungibile.

Scaroni prova a resistere, ma deve arrendersi all’arrembante Seixas – Pogacar si prende l’oro in totale solitudine, una settimana dopo l’impresa di Kigali. Evenepoel è argento a 31″ grazie ad un bel recupero negli ultimi chilometri. L’ultimo passaggio alla Cote du Val d’Enfer viene infiammato dalla lotta per l’ultimo gradino del podio con un Seixas scatenato. Il giovanissimo transalpino scatta a ripetizione, il primo a cedere è Ayuso, mentre Scaroni resiste, riesce con grande determinazione a stargli a ruota, ma nell’ultimo dentello di salita è costretto a mollare la presa. Seixas vola verso il traguardo giungendo in terza posizione a 3’41”. Scaroni, comunque bravissimo, quarto a 4’04”, poi Tom Skuijns a 4’16”, ritornato su Ayuso che chiude al sesto posto a 4’21”. Distacchi da tappe alpine. In top-ten anche Gianmarco Garofoli, nono a 5’59”.

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