Amarcord – La quinta Liegi del Cannibale

La Liegi-Bastogne-Liegi 1975 è un’edizione storica per tanti motivi: per la prima volta viene introdotta la Côte de La Redoute, diventerà la salita più iconica della doyenne; per la prima volta l’arrivo è sul Boulevard de la Sauvenière, approdo che rimarrà fino al 1989; è la quinta (l’ultima) vittoria di Eddy Merckx, già recordman della corsa con quattro successi. Negli anni a venire Moreno Argentin e Alejandro Valverde si avvicineranno al cannibale con 4 vittorie. Questa corsa rappresenta anche l’ultima vittoria in una classica del Nord per il cannibale, e anche l’ultimo suo acuto in una classica in maglia iridata e nessuno pensa (nemmeno lui) che alle soglie dei 30 anni quella primavera strepitosa sarà la sua ultima stagione da “cannibale”.

L’ultima primavera da cannibale – Merckx è insaziabile (come sempre!) in questa primavera del 1975. Non ha digerito le sconfitte alla Roubaix e alla Freccia e vuole chiudere il ciclo delle grandi classiche con l’ennesima vittoria. Le cannibale ha dominato le classiche vincendo Milano-Sanremo, Amstel Gold Race e Giro delle Fiandre! Ma ha perso le ultime quattro corse disputate: 6° alla Gand-Wevelgem (1° Maertens), 2° alla Roubaix (De Vlaeminck), 2° al G.P. Wallonie e 3° alla Flèche Wallonne (entrambe vinte dal roccioso Dierickx).

Un gruppo di 11 unità va a giocarsi la vittoria – Selezione netta sulle cotes, quasi tutte disseminate nella seconda parte del tracciato. Al comando, con l’immancabile Merckx (Molteni), ci sono Roger De Vlaeminck e lo scalatore Miro Panizza (Brooklyn), il 24enne Gerrie Knetemann e Christian Seznec (Gan-Mercier), l’indomito Frans Verbeeck (Watney), Walter Godefroot (Flandria), André Dierickx (Rokado) fresco vincitore della Freccia Vallone, e il terzetto della Peugeot formato da Bernard Thévenet, Jean-Pierre Danguillaume e Raymond Delisle.

Panizza sfiora l’impresa – Merckx prova invano un’infinità di volte a mollare la compagnia, sempre incitato a bordo strada dai suoi tifosi. Da segnalare un’azione di un generoso Panizza, ma proprio Merckx annulla il tentativo con Godefroot al mozzo. In un tratto in pianura, Eddy parte dal fondo del drappello con una progressione delle sue e fa subito il vuoto. Ma De Vlaeminck e Thévenet lo raggiungono. Il vincitore della Roubaix dà qualche cambio, mentre il francese rimane passivo. Anche questo tentativo si esaurisce. E Merckx riparte ancora! E ancora tutti addosso come un branco di lupi. Si è già a Liegi e scatta Panizza, guadagna un breve margine, poi esce dal gruppo inseguitore Thévenet. Il francese raggiunge l’azzurro e lo salta agevolmente involandosi verso l’arrivo. Merckx intuisce che non può attendere e si produce nell’ennesima progressione, supera Panizza e bracca Thévenet raggiungendolo sul Boulevard de la Sauvenière. Un attimo e un nuovo scatto del campione del mondo poco prima della curva che immette sul rettilineo finale. Da dietro sta rinvenendo Godefroot, grande cacciatore di classiche degli anni 60/70 (vincitore della Liegi 1967).

Il trionfo – Merckx è ormai proteso verso il trionfo. Un trionfo che vale la storica cinquina. È lui il re di Liegi, è lui il più vincente di sempre della classicissima ardennese. Per la seconda volta Merckx vince la L-B-L in maglia iridata (la prima nel ’72). Thévenet conserva il secondo posto dal ritorno di Godefroot, poi a 15” Verbeeck supera Derickx, Knetemann, Danguillaume, De Vlaeminck (solo ottavo), Seznec, Panizza e Delisle. L’imperiale primavera di Merckx si chiude con l’ennesima impresa.

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